Il termine Web 2.0 è un locuzione utilizzata per indicare uno stato generico di evoluzione di Internet (e in particolare del Web), rispetto alla condizione precedente, piuttosto che una nuova e diversa tecnologia. Nello specifico si tende ad indicare come Web 2.0 l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione sito-utente (blog, forum, chat, piattaforme come Wikipedia, Youtube, Facebook, Myspace, ecc.).La locuzione tende soprattutto a porre l'accento sulle differenze rispetto al cosiddetto Web 1.0, diffuso fino agli anni '90, e composto prevalentemente da siti web statici, senza alcuna possibilità di interazione con l'utente eccetto la normale navigazione tra le pagine, l'uso delle e-mail e dei motori di ricerca.
Un esempio paradigmatico potrebbe essere il social commerce, l'evoluzione dell'E-commerce in senso interattivo, che consente una maggiore partecipazione dei clienti, attraverso blog, forum e sistemi di feedback in generale.
In principio, infatti, il Web è stato concepito come modo per visualizzare documenti ipertestuali statici (creati in linguaggio HTML); approccio definito come Web 1.0.
In seguito, grazie all'integrazione con database e all'utilizzo di sistemi di gestione dei contenuti CMS (Content Management System), Internet si è evoluto con siti dinamici (si pensi ai blog o ai forum); questo web dinamico è stato da alcuni definito, invece, Web 1.5.
Poi, ancora, anche attraverso l'utilizzo di linguaggi di programmazione come Javascript, si sono arrivate a creare delle vere e proprie "applicazioni web" che si discostano dal vecchio concetto di semplice ipertesto e che puntano a somigliare ad applicazioni tradizionali per computer. Ecco il Web 2.0.
Da un punto di vista strettamente tecnologico, il Web 2.0 è del tutto equivalente al Web 1.0, in quanto l'infrastruttura di rete continua ad essere costituita dai protocolli TCP/IP e HTTP e l'ipertesto è ancora il concetto base delle relazioni tra i contenuti. La differenza, più che altro, sta nell'approccio con il quale gli utenti si rivolgono al Web, che passa fondamentalmente dalla semplice consultazione alla possibilità di contribuire popolando e alimentando il Web con propri contenuti.
Possiamo perciò comprendere come il Web 2.0 costituisca anzitutto un approccio filosofico alla rete che ne connoti la dimensione sociale, della condivisione, rispetto alla mera fruizione. Sebbene dal punto di vista tecnologico gli strumenti della rete possano apparire invariati (forum, chat e blog esistevano già nel "vecchio" Web) é proprio la modalità di utilizzo della rete ad aprire nuovi scenari fondati sulla compresenza nell'utente della possibilità di fruire e di creare/modificare i contenuti multimediali. Ci troviamo proprio nell'era dell' User Generated Content (U.G.C.).
Il Web 2.0 finisce così col rappresentare la concretizzazione delle aspettative dei creatori del Web, che solo grazie all'evoluzione tecnologica oggi costituisce una realtà realmente accessibile, seppure permangono delle eccezioni, poche ma significative barriere ancora da abolire (si parla a tal proposito di digital divide). Ma comunque la possibilità di accedere a servizi a basso costo, in grado di consentire l'editing anche per l'utente poco evoluto, rappresenta un importante step verso un'autentica interazione e condivisione in cui il ruolo dell'utente é centrale.
Emblematici del cambio di rotta verificatosi tre passaggi fondamentali:
- Dai siti web personali ai blog. Se, infatti, prima la costruzione di un sito web personale richiedeva la padronanza di elementi di HTML e programmazione, oggi con i blog chiunque (si pensi a noi) è in grado di pubblicare i propri contenuti, dotandoli anche di una veste grafica accattivante e tutto senza possedere alcuna particolare conoscenza tecnica. E se, dunque, prima le community web erano in stragrande maggioranza costituite da esperti informatici, oggi la situazione è completamente ribaltata.
- Dai sistemi per content management ai wiki. La tecnologiaWiki, e wikipedia ne è la più celebre applicazione, è il punto di arrivo del content management, in quanto ne implementa tutti i paradigmi. Se, infatti, prima erano necessarie più applicazioni informatiche per la gestione del ciclo di vita dell'informazione (dall'intuizione alla fruizione), oggi una stessa tecnologia supporta al meglio tutto il processo. Si fruisce dell'informazione nell'ambiente stesso in cui essa è nata.
- Dalla stickiness alla syndication. Le tecniche utilizzate fino a ieri miravano a tenere più tempo i visitatori su un sito web (stickiness letteralmente in inglese significa "appiccicosità", cioè la capacità di tenere "incollati" gli utenti ad un sito), esse ora stanno lasciando il posto ad altre concezioni di contatto con il fruitore. Attraverso le tecnologie di syndication (si pensi, per esempio, ai feed RSS) chi realizza contenuti fa in modo che questi possano essere fruiti non solo sul sito, ma anche attraverso canali diversi.

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